La porta della città e le mura occidentali

Pochi passi dopo il cimitero appaiono alla vista le mura del sobborgo di Monemvasia, quella parte della città dunque che gli attuali abitanti chiamano "to kastro", il castello.

Il sobborgo o, meglio, la città bassa è situato su un pendio abbastanza ripido che si estende ai piedi di tutto il tratto meridionale della balza rocciosa, e precisamente nell'ultimo terzo, verso est. A ovest, sud ed est la città bassa è cinta di mura, mentre a nord la parete rocciosa stessa formava l'opera difensiva. dell'abitato.

Dall'"unico accesso" il sito della città non era visibile, per cui, per prenderla sotto tiro, le postazioni di artiglieria dovevano essere disposte a sud della rupe presso l'attuale paese di Aghia Paraskevi e presso la chiesa di S. Tecla.

Oggi si è concordi nel far risalire una prima cinta muraria alla seconda epoca bizantina (1263 — 1460), quindi all'età aurea di Monemvasia. Questa datazione è corroborata anche dal fatto che proprio in quell'epoca la città ebbe il maggior numero di abitanti, bisognosi di difesa. Le opere murarie della città bassa tuttora esistenti risalgono però in gran parte alla fine del secolo XVI, quindi alla prima dominazione turca (1540 — 1690), e parzialmente anche alla seconda occupazione veneziana dal 1690 al 1715.

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Pianta di Monemvasia, disegnata del 1701 da Vasieur per Grimani

In ogni caso, il tratto di mura che il visitatore scorge al suo arrivo e che corre dalla parete rocciosa al mare, manifesta marcate caratteristiche dell'arte fortificatoria veneziana: le modanature semicircolari, il bastione sud ovest presso il mare (distrutto durante la presa della città, nel 1690, e ricostruito dai veneziani come torre) e il rivestimento della porta principale.

Le mura occidentali, di complicata esecuzione, sono lunghe 200 metri e alte, a seconda della configurazione del terreno, da 20 a 30 metri. Esse scendono da un bastione appoggiato alla parete rocciosa, fino a raggiungere la cinta meridionale, prospiciente il mare, dove, nel punto di congiungimento, oggi sorge un bastione.

In questo tratto di mura si trovano due porte; una nel bastione presso la parete rocciosa, che serviva a un più facile accesso alla città alta, l'altra, la porta principale, al centro circa del decorso murario (v. tav. 6). Davanti a questa porta termina la via di accesso formando una piccola piazza, di solito però così piena di automobili da ostacolare la vista della bella porta.

Il rivestimento della porta è di poros, estratto nei dintorni, e di poros sono pure le modanature semicircolari delle mura e l'aggetto di una piccola torre semicircolare che si trova a destra sopra la porta. Proprio questi particolari manifestano chiaramente l'origine veneziana di questo tratto di mura; infatti le pietre di cava e quelle non lavorate che formano il resto del tessuto murario, furono impiegate anche dai Turchi. All'interno del rivestimento della porta, delimitato da una modanatura pluriscanalata, al di sopra del vano della porta, sono incastrati due blocchi di pietra, ornati con semisfere lavorate a rilievo; la semisfera centrale, al di sopra del vano della porta, è fiancheggiata da due stelle esagonali. In alto a destra, e in passato certo anche in alto a sinistra, nell'angolo del rivestimento, si riscontra un blocco ornato di un foro e di una scanalatura; questo blocco, a differenza degli altri disposti orizzontalmente, è incastrato in senso verticale. La vasta apertura sotto la modanatura deliminatoria del rivestimento, serviva in passato al fissaggio del leone di S. Marco, scolpito in marmo, il simbolo del potere veneziano. Proprio sopra la porta si apre una grande feritori, attraverso la quale con un cannone si potevano prendere sotto tiro frontale gli attaccanti. Al di sopra del rivestimento della porta, a sinistra dell'aggetto della torre, si vedono ancora dei resti dell'intonaco turco, riconoscibili dai piccoli frammenti di argilla annegati nella calce. Grandi parti delle mura tra la porta principale e il mare testimoniano di una ricostruzione affrettata, quindi meno accurata e priva di elementi ornamentali.

Un po' a sinistra, al di sopra della porta, sorge una piccola torre costruita direttamente sulla roccia, dalla quale, a causa della sua posizione esposta, si poteva abbracciare con lo sguardo tutto il decorso esterno delle mura. Anche i due bastioni, quello in alto a nord ovest e quello in basso, presso il mare, rendevano possibile la difesa delle mura in tutta la loro lunghezza, per cui è lecito parlare di un'impostazione complicata e ben ponderata delle mura occidentali.

Il vano della porta è incorniciato da larghi blocchi di poros che, formando in alto un arco semicircolare, articolano il rivestimento della porta. Anche se non vengono più chiusi ogni sera come accadeva ancora agli inizi del Novecento, i battenti originari della porta sono ancora al loro posto. Si tratta di tavoloni spessi, rivestiti di piastre di ferro e rinforzati da grossi chiodi battuti. I proiettili hanno crivellato in più punti le assi, e qui e là si possono vedere le palle nel legno.

Dietro la porta, sotto le mura in questo punto particolarmente spesse, ha inizio una galleria stretta che fa una svolta ad angolo retto. Questo sottopassaggio è ricoperto da una volta a botte ed è provvisto di banchine. Una nicchia sulla sinistra serviva forse per un'icona sacra. Lo spessore delle mura fa sentire a chi viene dall'esterno, il fresco e l'oscurità del sottopassaggio. Dopo pochi passi però ci si ritrova in pieno sole, in uno spazio aperto che, per quanto piccolo, presenta le caratteristiche di una piazza.

Di fronte si apre la strada principale di Monemvasia; a mezza destra una via, scavalcata da un arco sul quale è edificata una casa, scende verso il rione occidentale della città, mentre a sinistra un'altra strada, anch'essa sottopassando un arco, conduce alle mura sopra la porta.


Lesesaal

Ursprünglich wollten Ulrich Steinmüller und ich unseren Freunden und Besuchern in unserem Haus in Agia Paraskevi/Monemvasia nur einige Informationen über diese Gegend im Süden der Peloponnes geben.

Daraus entwickelte sich dann aber sehr bald unser Büchlein „Monemvasia. Geschichte und Stadtbeschreibung“, das zum ersten Mal im Jahr 1977 auf Deutsch erschien und in den folgenden mehr als 40 Jahren fast 80 000 Mal in den Sprachen Deutsch, Englisch, Französisch, Italienisch und Griechisch verkauft wurde – aber nur in Monemvasia.

Den Verkauf dieses Büchleins haben wir inzwischen eingestellt, möchten es aber auch weiterhin Besuchern und an dieser schönen und historisch so bedeutsamen Stadt Interessierten zugänglich machen.

Ulrich Steinmüllers homepage können Sie >>> hier <<< aufrufen.

Und hier können Sie das Büchlein in den verschiedenen Sprachen lesen: