Il rione intorno al castello di vetta

Sul culmine della rupe si erge il massiccio rudere del castello, chiamato oggi sia "anakteron" (castello), sia "to kefalari tis pyritidhapothikis" (torre del magazzino delle polveri). Si raggiunge il castello della cittadella per stretti sentieri rocciosi che, dipartendosi da S. Sofia o dalle cisterne, si snodano tra sterpaglie disseccate, timio, origano e piante bulbose.

Le fondamenta del castello risalgono alla prima fase dell'insediamento bizantino. Nelle epoche successive le mura, distrutte dalle postazioni di artiglieria situate sulla terra ferma prospiciente, furono ricostruite più volte. La pianta del castello è facilmente individuabile: un rettangolo circondato da mura con torri su tre degli angoli. Un lungo tratto di mura si protrae dal quarto angolo fino a una torre rotonda situata sull'orlo settentrionale della parete rocciosa.

Si accede alla zona del castello passando accanto alla vaschetta di una fontana inserita nel muro perimetrale. All'interno della corte si vedono i ruderi dei muri di diversi locali. All'esterno delle mura sorge tuttora un edificio a forma di torre, relativamente ben conservato, il quale, come tanti altri edifici storici dei dintorni, servì a lungo da ovile. I suoi spigoli e l'incorniciatura del portone presentano dei bei lavori in pietra.

Quest'opera di fortificazione separa l'ultima parte della rupe creando così una base di ripiego per il caso che i nemici riuscissero una volta tanto a raggiungere l'altopiano. Alcuni storiografi riferiscono che il castello fu adibito anche a prigione di stato.

Dal castello si gode una magnifica vista su Ghefira e i monti presso Monemvasia, sull'insenatura di Epidavros Limera e quella a sud della rupe con il massiccio di Lyra, Capo Camili e Capo Malea sullo sfondo. Si dice che in giorni particolarmente chiari si veda persino Creta.

 

Pianta del porto, incisione di Coronelli del 1689
Pianta del porto, inscisione di Coronelli del 1689

 


Lesesaal

Ursprünglich wollten Ulrich Steinmüller und ich unseren Freunden und Besuchern in unserem Haus in Agia Paraskevi/Monemvasia nur einige Informationen über diese Gegend im Süden der Peloponnes geben.

Daraus entwickelte sich dann aber sehr bald unser Büchlein „Monemvasia. Geschichte und Stadtbeschreibung“, das zum ersten Mal im Jahr 1977 auf Deutsch erschien und in den folgenden mehr als 40 Jahren fast 80 000 Mal in den Sprachen Deutsch, Englisch, Französisch, Italienisch und Griechisch verkauft wurde – aber nur in Monemvasia.

Den Verkauf dieses Büchleins haben wir inzwischen eingestellt, möchten es aber auch weiterhin Besuchern und an dieser schönen und historisch so bedeutsamen Stadt Interessierten zugänglich machen.

Ulrich Steinmüllers homepage können Sie >>> hier <<< aufrufen.

Und hier können Sie das Büchlein in den verschiedenen Sprachen lesen: